Maratona di Barcellona 2010: ce l’ho fatta!
E’ stata dura, molto dura ma Valeria ce l’ha fatta, e vi racconta come !
Dedicato a tutti coloro che devono affrontare la prima maratona.
Questa maratona la dedico a Claudio Faina.
Eccomi qui, ce l’ho fatta! Ho portato a termine la Maratona di Barcellona 2010 con un tempo di 4h 36’ 16”. Vi avevo promesso che vi avrei fatto sapere come sarebbe andata la gara ed eccomi a raccontarvi le mie emozioni e le mie sensazioni.
Alle 6.30 è suonata la sveglia: inutile dire che già quando ti alzi e cominci a vestirti ti senti un po’ un gladiatore che deve andare in missione. Ill momento della vestizione è anche il momento in cui prendi coscienza che tutto sta per iniziare e mentre indossavo le mie scarpe da corsa mi domandavo se mai avrei portato a termine questa sfida. Poi, dopo una modesta ma calorica colazione, io la mia mitica squadra di Milano, Ortica Team, abbiamo immortalato il momento pre-gara con una foto che ritrae tutto il gruppo.
Alle 8.00 eravamo in Plaza de España, da dove partiva la gara, in attesa del fischio di inizio: quanta gente, quanti runner, la folla, il pubblico, la manifestazione, i colori, gli striscioni, la musica…un insieme di condizioni che hanno reso il momento della partenza davvero molto emozionante complice anche il contesto di una città, come Barcellona, che ha reso il tutto ancora più magico.
Alle 8.30 o poco più siamo partiti. Io mi sono guardata intorno al momento della partenza e ho pensato fra me “Rivedrò questo scenario al momento dell’arrivo…se ce la farò”.
Se ce l’ho fatta, lo devo, oltre che alla mia forza di volontà, a Claudio Faina, un uomo di 63 anni con un’energia e una tenacia impressionante, mio compagno di squadra che mi ha accompagnato e supportato per tutta la gara come un “angelo custode”. Non mi ha mai lasciata, ha creduto in me, sempre. Quando mi davo per vinta nei momenti di crisi, mi incitava, mi sorrideva, mi parlava e chiedeva alla folla di urlare il mio nome per darmi carica. E ce l’ha fatta! Lo ringrazio di cuore perché lui, da vero atleta, poteva andare più forte, aveva fiato da vendere e invece ha mantenuto il mio passo e la promessa di portarmi fino in fondo.
Fino al 33esimo km non ho avuto problemi, ho corso tranquilla, senza fermarmi se non qualche secondo per bere ai ristori. Ma dopo il 33esimo km…è arrivato puntuale “il muro dell’atleta”, che tradotto non è altro che il momento di crisi che sopraggiunge in conseguenza alla stanchezza. Da quel momento fino al traguardo per me è stata durissima: correvo e piangendo, respiravo e piangevo, sorridevo e piangevo, guardavo la folla con i lacrimoni agli occhi e lottavo con me stessa, ma non ho mai mollato. Non nego di aver pensato di fermarmi e terminare la gara camminando, ma il mio caratterino tosto e la tenacia mi hanno portato in fondo, fino alla vittoria, correndo. Ho avuto una grande forza di volontà e un compagno stupendo che non faceva altro che dirmi che ce l’avrei fatta fino alla fine. Grazie Claudio!
Vi assicuro che correre per 42 km è davvero dura. Ad un certo punto non senti più le gambe, sono dure come il marmo, vorresti correre più forte, vorresti saltare, vorresti aumentare il passo, ma non ce la fai. Vi capita mai di sognare di correre e di volere andare più forte ma invece andate piano, e di sentirvi pesante come il piombo? Ecco, la stessa sensazione. E’ terribile. Avevo fiato, avevo voglia e determinazione, ma le gambe…le gambe non andavano più, sembravano una parte estranea al mio corpo. Poi tra le lacrime, l’emozione e il dolore, ho visto il cartello che segnava i 40 km e ho provato una gioia immensa. Ma me ne mancavano ancora 2 all’arrivo…troppi! Due chilometri ancora di sofferenza, di dolere e di stanchezza. Ma non ho mollato, ho continuato a correre e a stringere i denti.
E poi finalmente…l’arrivo!!! E’ comparso da dietro una curva, con la fontana sullo sfondo, contrassegnato dai tradizionali gonfiabili rossi. Ai lati della strada la folla di gente che assisteva e incitava gli atleti e in quel momento ognuno di noi ha avuto il suo “tappeto rosso”!!! Tutti i runner devono tagliare il traguardo e per pochi secondi ogni atleta è protagonista della maratona, al centro dell’attenzione, acclamato dal pubblico. E’ in questo istante che ho vissuto il momento più forte di tutta la gara: Claudio mi ha urlato “Valeria, ce l’hai fatta, questa gente è qui per te”, e io gli ho preso la mano e abbiamo tagliato il traguardo insieme. Poi mi sono lasciata andare alle mie emozioni che ancora adesso, mentre scrivo, non riesco a soffocare.
La maratona di Barcellona 2010 a è stata vinta da Kotut Jackson, keniota, con un tempo di h. 2 07’30”, al secondo posto si è posizionato Felix, sempre del Kenya, che l’ha conclusa in 2h 07’36”, e al 3° posto si è classificato Woldemanuel Samuel che ha concluso la gara in 2h 08’45” anche lui keniota.
Per quanto riguarda le femmine ha vinto Debola Wundnesh con un tempo di 2h 30’50”, seconda Gesessen Gebre in 2h 32’28” e terza Bist Abrha Serkalemm che ha finito in 2h 33’52” , tutte e tre del Kenya!
Alla maratona hanno partecipato oltre 12.000 atleti, un record, di cui hanno ultimato il percorso 10.550 runner, un numero più consistente rispetto la passata edizione. Si è calcolato che hanno assistito all’evento sportivo oltre 100.000 persone.
Io ringrazio la mia squadra che mi ha supportato e con la quale ho passato 3 giorni bellissimi. Per me è stata la mia prima maratona, ma devo complimentarmi con tutti i miei compagni perché loro sì che sono davvero dei professionisti: in questa gara hanno dato il meglio raggiungendo performance da veri campioni. Sono orgogliosa di tutti loro.